Nell’affollata solitudine della rete e nelle nuove relazioni basate sulle regole di distanziamento, viviamo mutazioni che chiedono compassione e non distanza sociale. La proposta Pratica della d(ist)anza invita a danzare insieme all’aperto utilizzando la distanza per dare valore al legame umano e artistico tramite la relazione cinetica e sociale.
Come r-esistere consapevolmente alla necessità di separazione? Come trovare modi nuovi per una ri-partenza responsabile/sostenibile? Pratica della d(ist)anza propone laboratori/atelier rivolti alla gente che danza per ricostruire/ricostituire la nostra relazione con l’ambiente. Il non poter fare le stesse cose di prima diventa un ripensamento rivoluzionario per capire la nostra interdipendenza con la natura, due ma non due.
È importante riconoscere le alterazioni che ci hanno portato a questa emergenza per non ripeterle. Dobbiamo ri-pensare le possibili interazioni tra luoghi e corpi, il nostro compito diventa quello di elaborare idee per creare una danza che assorba la lezione della natura con un’attenzione nuova al camminare, correre, cadere, girare, saltare. I laboratori/atelier outdoor invitano a sensibilizzarsi alla musica del silenzio, all’architettura del vuoto, a praticare la relazione ritmica, lo stupore, l’immobilità attiva, l’osservazione, l’attesa, a considerare il corpo come mezzo di comunicazione percettivo nell’ascolto del paesaggio naturale attraverso tre passaggi — training, relazione con lo spazio, improvvisazione — per arrivare alla creazione di un solo a partire dal tema della pace: disarmo interiore, dialogo con la natura, libertà.
Come inviare alla città un segnale, un grido, un silenzio, un respiro del corpo? Come evocare la danza “in assenza”? Come trovare libertà fra le antinomie che oppongono il dentro al fuori, la chiusura all’apertura, la casa alla natura, la distanza alla vicinanza?
Proiettiamoci dunque all’aperto, trasformiamo la paura della vicinanza e il disagio della separazione in desiderio di confronto/incontro con la danza per inventare luoghi della visione, una mappa sempre nuova di incontri nella d(ist)anza. L’obiettivo è di allenarsi alla democrazia dell’arte per vivere il territorio secondo il principio ri-comincio da me. La pandemia ci invita a considerarci ospiti della natura e non padroni. Danziamo uniti nella differenza senza ansia di consenso con uno scopo comune: limitare i comportamenti che inquinano e offendono l’ambiente.
Laboratori/Atelier con Claudio Gasparotto
– Lunedì e mercoledì dalle 19.00 alle 20.30 (avanzato)
– Martedì e giovedì dalle 19.00 alle 20.30 (base)
Per informazioni e prenotazione:
T.: 0541 72 61 07
C.: 340 347 53 89
M.: info@movimentocentrale.org