“In questi ultimi anni il food design ha invaso sempre più i trend del momento”
Ne è la prova il diffondersi di master a livello universitario di questa materia.
Uno dei più grandi designer italiani, Achille Castiglioni ogni anno il primo giorno di lezione al Politecnico di Milano, esordiva con un concetto di progettazione molto chiaro “L’uovo ha una forma perfetta benché sia fatta col culo!” Era la fine degli anni ‘70 e agli anni di piombo in quella città, stava per succedere la Milano da bere e la relazione fra il cibo e il design era agli albori, anzi se non ricordo male era quasi inesistente. Il design era una cosa seria, per pochi, colti, impegnati Architetti italiani e il cibo non faceva parte del progetto ma solo del consumo.
Sembra passato un secolo e oggi il food design è una tendenza che sembra aver invaso sempre più i trend del momento, bastava farsi un giorno a Milano lo scorso Aprile durante il Fuori Salone del Mobile. Sembra passato un secolo anche dall’ultima Milano Design Week, quella dei record, con un indotto economico di 18 milioni di euro per la città, 1.350 eventi in 5 giorni e 250.000 visitatori solo nel quartiere Brera. All’interno di questa inestricabile giungla di eventi, uno dei momenti più interessanti era quello in cui ci si soffermava sulle relazioni fra il cibo e il design. In questi ultimi anni il food design è una tendenza che sembra aver invaso sempre più i trend del momento, ne è la prova il diffondersi di master a livello universitario in Food design.
Dare una definizione chiara di cosa sia il Food design non è semplice poiché è un’area del progetto che comprende diverse discipline e molteplici aspetti. Non è solo un progetto di piatti, ma coinvolge tutte le situazioni che si associano alla degustazione. Per Food design occorre intendere una narrazione progettuale che parte dal design delle barrette di cioccolato o dei coni gelato, ai piatti di portata, che attraversa il product design fino all’interior design dei ristoranti, dove il mood progettuale comunica a livello estetico il brand dell’azienda.
Il Food design richiede nozioni di biologia, antropologia, sociologia, scienza dell’alimentazione e infine il design. Al suo interno troviamo sottodiscipline come il design with food che interpreta il cibo come oggetti di design, oppure l’eating design che prevede uno studio dell’esperienza stessa del mangiare un alimento per non parlare del design for food ovvero di tutti gli oggetti concepiti per rapportarsi al cibo (piatti, bicchieri, calici per il vino)…
Se dovessi definire un‘area di progetto in cui identificarmi conierei la definizione di nice forniture to eat. Ho sempre pensato che la caratteristica principale di un prodotto debba essere il desiderio. Viviamo in una società opulenta, dove i bisogni primari sono già soddisfatti, alla forma non viene più chiesto di assolvere solo alla funzione, ma di creare desiderio, emozione. Per tornare alla frase iniziale del maestro Achille Castigioni, possiamo affermare che oggi sul mercato ci sono troppe sedie per pochi culi. In effetti, non ci sarebbe più bisogno di progettare nulla, abbiamo tutto, sicuramente troppo. Non ci rimane che progettare emozioni, le stesse che un’opera d’arte stabilisce con lo spettatore.
Vi lascio citando alcuni dei miei progetti nice to eat: la poltroncina Chiocciola, la chaise Riccione e la dormeuse Paolina. Sono oggetti dalla linea fluida, morbida, sensuale….viene voglia di toccarli. Il giorno del vernissage, prevedendo questo desiderio più o meno inconscio del pubblico, feci realizzare dei modellini degli stessi in marzapane…finalmente anche per gli oggetti d’arredo veniva appagato quello che per il food è un must, almeno per un giorno, nice forniture to eat.
ROBERTO SEMPRINI
Nato a Rimini nel 1959, Roberto Semprini studia architettura a Firenze. Nel 1987 aderisce al movimento Bolidista, che esprime il design in chiave simbolica. Trasferitosi a Milano inizia a collaborare come giornalista free-lance per alcune riviste di design come Modo, L’Atelier (Parigi) ARDI (Barcellona) e Vogue Italia. Nel 1989 progetta il divano “Tatlin” di Edra, che risulta tra i prodotti vincitori del prestigioso premio TOP TEN a Dusseldorf. Nel 1994 con il tavolino “Manta” per Fiam è tra i vincitori del premio Young & Design. I suoi prodotti fanno parte della collezione permanente del Montreal Museum of Decorative Arts in Canada e del New Museum of Design di Londra.
Nel 2000 si trasferisce a Rimini dove inaugura lo spazio “RM 12 art & design”, Galleria d’arte e Studio di Design e Architettura di Interni. Dal 2006 lo studio realizza scenografie di grande impatto, inerenti la ricerca di nuovi spazi domestici e pubblici, all’interno della parte culturale di eventi fieristici come il Fuori Salone di Milano, Abitare il Tempo a Verona, Sun e SIA di Rimini. Nel 2010 è stato invitato dal Seoul Living design Fair (Korea) ad esporre “La casa Italo/coreana”. Ha collaborato come designer e direttore artistico di numerose aziende di design come Fiam, Moroso, Alivar, Rede Guzzini, Edra, Slide, Contempo, Dilmos, Pedrali, Morelato, Morfeus, Scab, Valdichienti, Edilco Scale, L2, Mastella, Marchetti Illuminazioni, ect…
Ha tenuto conferenze e seminari in diverse Università come: Facoltà di Architettura di Firenze,l Politecnico di Milano, Scuola Superiore di Progettazione dell’Università degli Studi di Bologna, lo I.E.D. di Milano, la LABA di Brescia, la Scuola Elisava di Barcellona (Spagna), la Tsinghua University di Pechino (Cina). E’ stato docente di ruolo all’Accademia di Belle Arti di Brera dal 1996 al 2016 e attualmente è docente di ruolo e Coordinatore del Corso di product Design all’Accademia di Belle Arti di Bologna.
Dal 2015 è docente per Chiara Fama al Politecnico di Milano. Ha vinto il Premio Gold Design Award 2017, con il progetto del tavolo nemo per l’azienda Scab Design.
A cura di Roberto Semprini