“Riflettori puntati sull’Osteria ‘Io e Simone’ di Rimini”
Quanto piacere provo nel parlare di questa famiglia. Sono amici, sono brave persone che fanno della qualità, dell’ospitalità e della ricerca il loro marchio di fabbrica.
Sì, proprio una famiglia, con Massimo e Valeria (i genitori) e Simone e Giacomo (i figli) che, con il medesimo entusiasmo accolgono tantissimi clienti sin dall’apertura avvenuta nel Gennaio 2013. Dal 2018 il trasferimento in Piazzetta Teatini, una sede più adatta alle loro esigenze, a due passi dal Duomo.
Ricette della nostra tradizione, ma non solo, ricerca di grandissime materie prime (strepitosi i salumi di Mangalica ungherese o i Patanegra a coltello per esempio), la pasta fresca per i primi piatti realizzata sul posto da una “fuoriclasse della sfoglia” come Alessandra De Rosa, con farine selezionate. E’ la carne, però, la vera punta di diamante della proposta di “Io e Simone”. Un gioiello della refrigerazione moderna, perfetto per la frollatura e il mantenimento, mostra splendidi tagli di Bovina romagnola, Chianina o Vacca vecchia Galiziana…
“Non c’è una vera e propria etichetta di riferimento, ma vi potete togliere qualche bella voglia, con annate spesso introvabili”
Un capitolo a parte merita la Cantina (Kapperi! la ritiene fondamentale per una proposta complessiva di qualità). Ottima e abbondante la selezione dei vini locali (ci piace!), numericamente la più apprezzata dai clienti dell’osteria, ma potrete trovare perle da quasi tutte le parti d’Italia. Pinot Nero, i grandi vini di Toscana, ma sopratutto tanto Piemonte, vera passione degli “Zangheri”.
A chiudere una grande selezione di distillati, il regno di Simone, una delle più importanti che potete trovare a Rimini. Proprio la competenza e l’unione di questa famiglia hanno permesso una crescita esponenziale nella considerazione di tanti clienti che per tutta la settimana frequentano l’Osteria (prenotate…).
Esiste un detto romagnolo che a mio parere può rappresentare la vera forza di questa famiglia:
“…l’ha un cor cu né e su..” (i puristi del dialetto scritto spero mi possano perdonare) che vuol dire “ha un cuore che non è il suo” e si usa per definire chi è buono d’animo e generoso; questo è quello che si avverte appena si mette piede all’interno del locale, anche per la prima volta. Molto importante la collaborazione avviata da qualche anno con il Centro Zavatta di Rimini, che permette a giovani ragazzi affetti da Sindrome di Asperger di far parte del personale e contribuire (non a titolo gratuito sottolineo) alla preparazione del servizio….hai capito che gente questi Zangheri?
Riccardo Agostini, dopo aver gestito “La Cantina delle Fosse” a San Savino di Montecolombo, l’Enoteca “Monte Giove” a Santarcangelo e L'”Enoteca del Teatro” a Rimini, nel 2019 ha appeso il cavatappi al chiodo…Attualmente ricopre l’incarico di Responsabile vini in “Flaminia Bevande”
Il Vino
Che si trovi in purezza, nel Barolo, nel Barbaresco, nel Roero nel Ghemme o su nel Carema, nell’Osteria “Io e Simone” si parla il “Nebbiolese”. Troverete Nebbiolo in tutte le declinazioni, quasi quanto i nostri amati Sangiovese. E’ una vera passione condivisa da tutti i componenti della famiglia. Non c’è una vera e propria etichetta di riferimento, ma vi potete togliere qualche bella voglia, con annate spesso introvabili. Per rendere l’idea un piccolo aneddoto del capofamiglia che amo raccontare da anni: alla domanda in un esame da Sommelier sull’abbinamento di un vino con una “sogliola scondita al vapore” la risposta è stata “Barolo Monfortino Riserva di Giacomo Conterno!”, l’esaminatore allibito chiede perché. La risposta: “…mangio male ….almeno bevo bene….” Qui c’è la sintesi del Zangheri-pensiero.
A cura di Riccardo Agostini