“Dalla sua creatività, talento e competenze”
Le parole diventano pagine e il magazine prende forma. Uno di noi per affinità elettive: a unirci lavoro a parte, la passione per il mare… con la “p” maiuscola!
Grafico online e offline, musicista, riminese. Nell’ordine: di professione, per diletto, d’adozione! La mail di appuntamento per l’intervista, diceva “Io la organizzerei così, poi la coloriamo o la facciamo in bianco e nero, dipende da te”. Il capo è diventato coda, i colori, quelli delle tonalità dell’Adriatico.
Di origine modenese ti sei trasferito a Rimini nel 2016 per una grande passione, quella per il mare, di cui anche nell’abbigliamento indossi spesso le sfumature.
Ciò che mi domina è questo enorme amore per il mare, una passione innata; la naturale conseguenza è stata andare via da Modena e trasferirmi qui. Vedere il mare tutti i giorni mi mette in una condizione di pace interna. Da bambino venivo in riviera con i genitori, crescendo ho visitato mete esotiche…a un certo punto però ho capito che i periodi di vacanza non sarebbero stati sufficienti, che non mi sarebbero bastati per stare bene, che a me non serviva un mare che fosse una grande piscina trasparente, a me era sufficiente una vasta e immensa distesa d’acqua salata da contemplare. E’ stata una decisione presa anche per rendere reali i testi di alcune canzoni che ho scritto per una band modenese di cui faccio parte e che parlano di surf, mare, sole e spiaggia. Il ritornello di “Riviera romagnola” un pezzo passato anche in radio locali del territorio nazionale dice “E’ venerdì spegni quel pc e vespati che si va sulla riviera romagnola”, un inno al week-end trascorso in riviera raggiunta in Vespa dalla vicina Emilia. Il mare mi aiuta sotto tutti gli aspetti, mi offre nuove prospettive per risolvere i problemi di lavoro, mi da risposte sulle grandi domande della vita. E’ il consigliere più saggio che io conosca!
E questo pezzo di Adriatico che ti ha chiamato a Rimini, come lo vivi contemplazione a parte?
Fa un po’ ridere forse, ma mi sono trasferito anche per potere praticare il surf da onda. Non si tratta per me di uno sport, ma di un vero e proprio stile di vita. Ce n’è un luogo speciale a Rimini, vicino al pontile di Marebello, ed è lì che surfo insieme a un gruppo di amici. Abbiamo anche deciso di dare un nome e un logo a questa comunità – SPOT – da grafico l’ho creato io. Brandizzo per deformazione professionale tutte le idee.
“…tra le tante cose che il mare ti insegna, la prima è che tu, piccolo uomo, non hai potere e quindi è lui che decide…”
Con un diploma e studi di ingegneria informatica alle spalle, inizi la carriera di graphic designer da autodidatta.
Totalmente da autodidatta e per necessità. Al tempo ero cantante, chitarrista e compositore per la band modenese di cui ti ho parlato Gli Ex Presidenti (in omaggio ai surfisti del film Point Break), avevamo bisogno di fare promozione, di creare materiale pubblicitario, sito web, videoclip… E così ho iniziato, ho dato libero sfogo alla componente creativa che è in me, il mio esordio come grafico. Il passo è stato breve quando ho capito che nella promozione sia che si tratti di una band, di un prodotto, di un’azienda, di un’associazione e di un evento, dal punto di vista dei contenuti grafici si segue una unica logica, un mix di intuizioni e conoscenza degli strumenti ed è così che ho trasformato quello che poteva essere un semplice hobby in un mestiere.
Se a Kapperi! dovessimo associare un viso, a parte quello dell’editore, quello sarebbe il tuo…
Di Kapperi! sono art director, ciò significa che tutte le scelte stilistiche ed estetiche competono a me: dall’immagine della copertina al tipo di carta su cui stampare, dalla dimensione della rivista al font… Essendo io un grafico, ho adottato in tutto e per tutto un approccio in tal senso. Sia nel dare grande importanza e priorità alle immagini che si fondono con il testo delle interviste e nelle rubriche, sia per quanto riguarda il carattere utilizzato nei testi. Per Kapperi! ho scelto un font senza grazie (in gergo grafico senza abbellimenti), una decisione controtendenza per la carta stampata, ma trendy per l’online. Nel logo della rivista così come per i titoli degli articoli ho utilizzato un corsivo scritto a mano di grande impatto grafico e umano. Il risultato finale, frutto dell’associazione -a volte in contrasto, altre in armonia- tra lo scatto patinato e il font scelto cui cambio colore in base al tipo di foto, dona al magazine un aspetto GLAMOUR.
Lo stesso nome del magazine è frutto della tua creatività, da cosa sei stato ispirato?
Scegliere il nome di qualcosa è sempre molto difficile, la ricerca è stata lunga e alla fine la mia proposta, Kapperi! è stata accettata. I capperi ci rimandano al cibo e all’italianità, ma con il ! la parola diventa esclamazione positiva. Inoltre, un nome italiano scritto con la K ci catapulta in una dimensione più internazionale…Una somma di suggestioni che alla fine è stata considerata vincente.
“Vedere il mare tutti i giorni mi mette in una condizione di pace”
Ciascuno di noi ha vissuto il lock-down in maniera veramente personale, un mix tra il come si è e il cosa si fa, ci racconti il tuo?
Ho un rapporto molto particolare con il tempo che non va sprecato. Ho cercato di mettere a frutto quello a disposizione facendo tane cose e tra queste il nuovo sito del Gruppo NovaCom, un grande restyling, la massima espressione delle mie e delle nostre competenze. Ho ho sistemato vecchie foto, ho continuato a lavorare ed è proprio durante il lock-down che il primo numero di Kapperi! Magazine è stato messo a punto ed è andato in stampa. E poi come riflessione, delle considerazioni che già cercavo di comunicare agli altri, agli amici, a chi mi sta vicino…ci sono tante cose che diamo per certe, possibili sempre, come il fare passeggiate sulla spiaggia, cose piccole, ma che tutti abbiamo scoperto non essere scontate.
Il mare ritorna e al mare ritorni…
Del mare colgo l’attimo e quando lui me lo permette e si creano le onde allora mi fondo con gli elementi naturali. Ho un vento che preferisco tra gli altri, lo scirocco, che crea onde precise e in set ed è lì che mi tuffo col mio surf a conclusione delle giornate lavorative: tendo a vedere più il sole basso che il sole alto!