6 ristoranti, 1 Casa Vacanze, 3 figli
Manager, mamma e moglie “casa e bottega” nel Borgo San Giuliano
Enrica Mancini non parla mai al singolare, quando parla del suo lavoro il pronome personale è Noi!
Abbiamo incontrato Enrica Mancini in quella che possiamo definire la sua casa, il Borgo San Giuliano e nel suo “salotto”, il Ristorante La Marianna.
Enrica raccontaci un po’ di te…
Sono nata a Rimini alla fine degli anni 70, i miei genitori originari delle prime colline del nostro entroterra e nel primo dopoguerra si sono trasferiti in Riviera per avviare l’attività turistico-alberghiera. Le loro famiglie erano proprietarie di due alberghi a Rivazzurra, uno di fronte all’altro. Così si sono conosciuti e poi sposati.
Pensioncine estive a conduzione famigliare in cui le nonne e i nonni di Enrica si occupavano di tutto “Io sono cresciuta respirando quest’aria di accoglienza, convivialità, laboriosità, trascorrendo le estati insieme a tante persone, collaboratori, famiglia e turisti. Questo stare in mezzo alla gente è rimasto nel mio cuore e mi ha formata. commenta Enrica
Enrica Mancini, una laurea in statistica e informatica per l’azienda conseguita all’Università di Bologna, vince un concorso e inizia a lavorare in banca, fino al cambio di rotta e il cambio di vita. Eh sì perché la vita ci mette lo zampino! Complice il fidanzato e attuale marito Giuliano Canzian, cuoco di origini piemontesi.
Un incontro che mi ha riportato un po’ alle mie origini. Non erano più le sottane di mia nonna indaffarata ai fornelli attorno alle quali io mi aggiravo, ma i pantaloni di un ragazzo che lavorava in cucina come cuoco. Un ritorno al passato! Per un periodo sono stata in una forbice, mi piaceva il lavoro in banca, ma non volevo rinunciare di stare al fianco di Giuliano che desiderava aprire un’attività sua a Rimini. Inoltre, mi mancava tantissimo stare in mezzo alla gente.
Nel luglio del 2003 il matrimonio e il repentino cambio di scena…
Una sera in un pub di nostri amici stavamo studiando dove trascorrere il viaggio di nozze e arriva casualmente il proprietario del ristorante ‘Dallo Zio’ che esclama: ‘Mi sono stancato, al primo che passa gli lascio il ristorante’. A mio marito gli si sono alzate le antenne, è bastato uno scambio di sguardi tra noi, abbiamo messo da parte il catalogo delle vacanze e ci siamo detti ok iniziamo quest’altro viaggio. Nel dicembre del 2003 il ristorante Dallo Zio è passato nelle nostre mani! Un viaggio avventuroso anche questo.
Il resto è storia! Una escalation di entusiasmo, coraggio, sfide, fatiche, energia e storie che parlano di amicizia e passione, incontri casuali e occasioni. L’Osteria de Borg insieme all’amico e poi socio Mirko Monari nel 2007, il ristorante La Marianna nel 2008, il Nud e Crud insieme a Sergio Gnassi nel 2010. Nel 2016 AMORIMINI, un’avventura sul mare annuale, una scommessa insieme a Michele Siepi. Poi l’Enoteca del Teatro, (l’attuale BIBERIUS) “Un luogo a cui sono molto affezionata, il posto della nostra riunione pre-servizio, ci trovavamo tutti da Ricky e Fede poi ognuno partiva chi per Lo Zio, chi per AMORIMINI, chiacchieravamo e in 3 minuti e in allegria risolvevamo piccoli e grandi problemi. Abbiamo detto, non possiamo perdere il nostro punto riunioni…” nel dicembre del 2019, Biberius.
Una escalation di entusiasmo, coraggio, sfide , fatiche, energia e storie che parlano di amicizia, passione e incontri casuali
Per chiudere il cerchio e completare la collezione, insieme ai 6 ristoranti anche una CASA VACANZE, sempre nel Borgo San Giuliano di fronte all’Osteria de Borg…
Si è trattato di una scelta affettiva, ci siamo lasciati travolgere e coinvolgere dalla storia e dai desideri dell’anziano signore che prima vi abitava. Un signore che si affacciava spesso alla finestra, con cui scambiavamo qualche battuta da borghigiani e che spesso gustava i piatti dell’Osteria de Borg, un buongustaio. Da abitazione privata l’abbiamo trasformata in casa vacanze, due stanze, otto posti letto e i servizi naturalmente.
Imprenditrice, socia e manager, quali sono le tue funzioni?
Io mi occupo di controllo di gestione, degli eventi, di statistiche, del coordinamento generale e di supervisione di tutta la parte amministrativa… l’ufficio rogne è il mio. Con piacere, quando ho tempo, mi occupo anche di servizio ai tavoli che è una cosa che mi rilassa. Portati i figli a scuola inizio e vado avanti fino a tarda sera. Il 90% del lavoro riesco farlo al computer, principalmente da La Marianna, in pochi minuti e a piedi o in bicicletta riesco, se c’è necessità, ad arrivare anche negli altri ristoranti. Le tante ore di lavoro non mi pesano, fanno parte della mia vita.
Come definiresti in breve o con un aggettivo ciascuno dei 6 ristoranti che gestisci?
Nell’insieme, “6 ristoranti di artigianato diffuso” perché tranne l’acqua e il vino prepariamo tutto noi artigianalmente, dal pane alla piada, abbiamo ancora le zdore che tirano la sfoglia. Ogni locale ha la sua caratteristica, la tagliatella mangiata da Lo Zio non è uguale a quella de L’Osteria de Borg ad esempio. Da questo punto di vista mio marito che coordina le cucine è veramente meticoloso: ogni locale è a sé stante, ognuno ha una sua storia e una sua cucina.
… sei ristoranti di artigianato diffuso perché tranne l’acqua e il vino prepariamo tutto noi artigianalmente
Per tornare alla domanda invece, differenziandoli con dei concetti, definirei Dallo Zio -gusto e tranquillità- il sapore del pesce uniti al sapore della terra e questo anche grazie all’ex-titolare Saura che è riuscita a sdoganare, senza snaturare quella che è una cucina tradizionale, il passatello asciutto ad esempio o il risotto nero della vedova, l’Osteria de Borg –è romagnolo dentro, un’osteria tipica- la carne in un Borgo dove c’erano solo ristoranti di pesce era la sfida dei vecchi titolari Luisa e Veniero e noi l’abbiamo mantenuta, La Marianna – è il mare e i suoi colori, la simpatia, il sorriso, l’accoglienza- anche il servizio di sala è affidato a ragazzi giovani, il Nud e Crud –l’eterno giovane, l’evergreen, il cibo immortale più invidiato, la piadina- con una fascia di clientela che va dagli 1 ai 90 anni, AMORIMINI –è spensierato, la vista sul mare aiuta a fare vivere qualche ora di vacanza anche se sei in pausa pranzo lavoro- Biberius – è unione perché da quella nasce, due chiacchiere e due risate insieme davanti a un calice.
Il cibo è il mio mondo e la mia cucina preferita è quella della tradizione..
Il tuo rapporto con il cibo?
Mio marito dice che come tutti i romagnoli io sono stata abituata a mangiare 4 cose: sogliole, canocchie, tagliatele e salsiccia alla brace. E’ una battuta ovviamente! In realtà Il cibo è il mio mondo, assaggio un po’ tutto anche se la mia cucina preferita rimane quella della tradizione.
E a proposito di vino?
Direi che c’è stata un’evoluzione e una crescita grazie a mio marito. Lui da buon piemontese non poteva non amare il vino, io invece con un imprinting romagnolo mi fermavo al Sangiovese. Abbiamo approfittato del periodo del lock-down e dei ristoranti chiusi visitando tante cantine, un periodo per noi produttivo. Dai baroli ai vini siciliani, in ogni regione un modo di vinificare diverso. Mi sono appassionata e pur continuando ad amare i vini del nostro territorio, non rinuncio alla degustazione e quando posso metto il naso e assaggio.
Le tue cene fuori sempre che esistano?
Poche, davvero poche a parte in alcuni periodi dell’anno. Solitamente vado ad assecondare le scelte di mio marito, è lui lo specialista, e ascolto le richieste dei miei figli. Non nascondo che ci piace tanto stare a casa, per noi ritrovarci attorno alla tavola di casa, quando succede, è fantastico.
Un piatto che cucina tuo marito e che prepara solo voi?
La cuchela, un piatto piemontese dell’Alpe di Varzo preparato con porro, salsiccia, patate e burro, non leggero davvero, una delizia però!
3 figli di 17,15 e 11 anni, 6 ristoranti e 1 casa vacanze, come riesci a conciliare la vita privata con il lavoro?
Ho una mamma che mi aiuta tantissimo, h 24 e 365 giorni all’anno disponibile per i miei figli, fin da quando erano piccolissimi. Ripeterei tutto così com’è stato però, nonostante i sacrifici. Ho anche la fortuna di avere dei figli che capiscono il mio lavoro e lo apprezzano.
Una passione al di là del lavoro?
Lo sci. Quando posso corro in montagna, anche solo per un brevissimo periodo. Mi piace, inoltre, dare il mio contributo e collaborare con alcune organizzazioni di volontariato e solidali. Da anni seguo Cittadinanza onlus, associazione che si occupa di salute mentale nei paesi a basso reddito, e creo degli eventi di raccolta fondi nei nostri ristoranti, abbiamo fatto delle belle cose con AROP o con La Girandola, due associazioni del territorio. Ecco quando posso mi dedico anche a queste cose qui, mi fanno bene al cuore.
Progetto futuri?
Noi lavoriamo sempre, ci saranno quindi delle belle sorprese!
a cura di Luana Amadei
Foto: Veronica Bronzetti