Intervista a Franco Fratti che con Stefania Arlotti
ha creato la Brigata del Povero Diavolo e Spessore.
La storia di uno dei più importanti organizzatori di eventi culinari d’Italia
Si definisce “un operaio in prestito al mondo della ristorazione”, in realtà l’organizzazione di eventi per raccontare un territorio attraverso le sue anime e le sue espressioni artistiche Fausto Fratti ce l’ha nel dna da sempre. Da molto prima di “rivoluzionare” il panorama della cucina locale con l’Osteria del Povero Diavolo e la miriade di progetti e iniziative che ne sono seguiti.
Nato a Torriana il 29 agosto 1954, ad appena 16-17 anni insieme a qualche amico del cuore prendeva infatti già in affitto delle discoteche di tendenza per proporre ottima musica. Cosa affatto scontata o facile allora. Poi l’operaio lo ha fatto davvero, lavorando anni in una nota fabbrica del territorio come attrezzista-meccanico, prima di entrare in Comune a Rimini all’ufficio allestimenti dell’assessorato alla cultura. “Dove, grazie a un responsabile d’ufficio, Edo, ho imparato e affinato la capacità organizzativa e logistica spaziando dal Teatro Novelli alla Sagra Musicale Malatestiana, da Cartoon Club a Rimini Cinema che facevano tutti capo a Palazzo Garampi” racconta, lasciando intravedere le radici di una mente tanto visionaria nell’ideazione quanto pratica nella realizzazione dei progetti.
La “rivoluzione” Povero Diavolo
A dispetto dell’antico adagio “nemo profeta in patria”, nel 1990 Fausto Fratti aprì l’Osteria del Povero Diavolo in quella che era la casa natale. “Un progetto per il tempo rivoluzionario senza rivoluzionare niente, che si proponeva di riappropriarsi della tradizione romagnola (e non solo) grazie alla manualità di cuoche capaci ed esperte” racconta: “Capaci di interpretare le diverse ricette provenienti da fonti altolocate dell’amico direttore della Biblioteca Gambalunga Piero Meldini basandosi sulla ricerca degli ingredienti migliori a disposizione, quando la ristorazione di allora (e in parte anche quella di oggi) delineava un generale appiattimento. E fin da subito – cosa inusuale – c’era la possibilità di scegliere vini della cantina più importante di Rimini”.
Da quel momento è stata tutta un’escalation, con il ristorante a farsi laboratorio di idee grazie a eventi come ‘Formaggio di Fossa che passione’ che richiamava giornalisti da tutta Italia per approfondimenti e convegni di studio e poi, a cavallo del terzo millennio, luogo di ospitalità per una clientela sempre più nazionale e internazionale con le sue cinque camere. Fino al definitivo salto di qualità in laboratorio d’avanguardia sotto la spinta del nuovo staff di cucina fra il 2002 e il 2006. Successivamente, si ebbe poi un ulteriore passo in avanti con l’approdo dell’allora giovanissimo Piergiorgio Parini.
“Grazie anche al suo contributo, dal 2010 sono iniziati ad arrivare riconoscimenti importantissimi sulle guide nazionali e internazionali, che hanno fatto del ristorante l’unico in provincia a potersi fregiare di averne in tutte tre le guide: stella Michelin (stava arrivando la seconda l’anno stesso della chiusura), Tre Cappelli dell’Espresso (li avevano 18 ristoranti in tutta Italia) e Tre Forchette (anche questi a meno di venti locali in tutta la penisola) cui si sono aggiunti premi alla cucina di ogni tipo” ricorda con orgoglio Fratti, che ha visto chiudersi questa pagina straordinaria il 31 agosto 2016. Dopo 26 anni di era Fausto-Stefania (Arlotti). “L’unica persona che ha più palle del sottoscritto” sorride parafrasando Mihajlovic e facendo emergere la passione per il Bologna: “Tutto quello che si è fatto è nato grazie a lei”.
L’organizzazione di eventi per raccontare un territorio
Fausto Fratti ce l’ha nel DNA da sempre
Visioni notturne e super progetti
Smessi i panni di ristoratore, a 62 anni Fratti ha se possibile moltiplicato ancor più la passione per gli eventi che attraverso la cucina raccontassero il territorio. ‘Scorticata – La Collina dei Piaceri’ che portò i grandi cuochi in strada a Torriana anni luce prima che il format diventasse una moda era già diventata un’istituzione, ‘Spessore’ era lanciato nel panorama nazionale già da qualche anno e l’intuizione datata 2017 fu chiamare a raccolta un gruppo di cuochi di spiccata sensibilità per costituire la Brigata del Diavolo – Cuochi Sognatori. “Abbiamo cucinato in boschi, musei, chiese, canali, pievi per far scoprire e conoscere i luoghi magici della Romagna e i suoi prodotti tipici, mettendo sempre in menu visite guidate nei tesori artistico-culturali della nostra terra prima dell’appuntamento a tavola. L’idea è stata sposata da Visit Romagna diventando un calendario annuale ribattezzato ‘Romagna Osteria’ interrotto purtroppo dal Covid e accompagnato da declinazioni come ‘Ci sei?’ a Riccione o ‘Qui Santarcangelo’ che ha attraversato la città in una serie di appuntamenti con poeti, pittori e cuochi come in un film da cui è nato il menu dell’identità che ha riproposto quel bigné di Renato icona di tutta la Romagna. Raccogliendo nel contempo fondi per l’ospedale Franchini.
La solidarietà è un altro ingrediente importante delle nostre iniziative e ne è riprova anche ‘Come nomadi nei borghi’ (tavoli e sedie all’aria aperta nei vari paesini e cibo portato da casa da condividere con il vicino di posto) con cui abbiamo invece aiutato i servizi sociali di un Comune della vallata e un’associazione di prima accoglienza degli immigrati. Ma non si possono non ricordare il grande evento per i 100 anni di Federico Fellini al Teatro Galli, con attori e produttori lungo le scalinate interne, lo Spessore Itinerante da Catanzaro a Telese e Roma con cui abbiamo fronteggiato la pandemia e per finire ‘La fiducia nei sogni’ che ha messo insieme cuochi, produttori e vignaioli costituendo una vera cartolina di questa terra che avrebbe dovuto fare tappa a Roma e Milano” spiega Fratti, che ha visto la pandemia rimandare a nuova data anche il grande compleanno per i 15 anni di Eataly che era stato chiamato a organizzare al Lingotto di Torino: “Erano già stati convocati 24 cuochi di ogni regione per una serata dal titolo ‘Cuciniamo l’Italia’”.
Come nascono le idee? “La notte dormo poco e penso molto, tengo sempre una matita e un notes sul comodino e immagino con qualche schizzo i nuovi progetti” confessa, mentre sta definendo i dettagli finali dell’ultimo in rampa di lancio. “Si chiama ‘I martedì in trattoria fra Romagna e Toscana’ e racconterà in cinque appuntamenti altrettanti locali che hanno fatto la storia di questa zona attraverso altrettante storie di famiglia e tour culturali: si parte il 22 febbraio da Zaghini a Santarcangelo per chiudere il 19 aprile all’Herbosteria di Rofelle di Badia Tedalda. E al momento sono in fase di elaborazione anche nuove idee per il periodo estivo…”.
di Nicola Strazzacapa