Dal buon cibo all’architettura:
Il blogger Rigoebasta ci racconta i suoi progetti e l’amore per il nostro territorio.
Conosciuto sui social come Rigoebasta, architetto di professione e tra gli Instagrammers più seguiti della Romagna, Francesco Rigoni nasce e cresce a Rimini dove sviluppa tra un progetto d’interni e l’altro la voglia di scoprire e far conoscere nuovi lo- cali, costruire “stories” con i protagonisti e fotografare i piatti. La cura del dettaglio e l’attenzione alla bellezza fanno di “Rigoebasta” un progetto social dallo stile riconoscibile. Attivo principalmente su Instagram, ci racconta il suo prossimo sogno nel cassetto: un blog, guida enogastronomica tutto suo.
Domanda a bruciapelo. Prima architetto d’interni o prima blogger? Dove trovi il tempo per tutto?
Prima sono assolutamente architetto, sia per le otto-dieci ore di lavoro che mi occupano ogni giorno, sia perché ho studiato per esserlo. Poi va tutto di conseguenza. Ho una mentalità da blogger e sono diventato, più che social media manager, un direttore artistico dei ristoranti e locali che mi contattano per raccontare la loro attività. Il tempo purtroppo è poco. Faccio tutto nelle pause pranzo, dopo cena e nei giorni liberi. Dal momento che vivo a Rimini e lavoro a Riccione, cerco di sfruttare il viaggio di andata e ritorno per pianificare i nuovi contenuti.
Instagram e cucina: da dove arriva questa passione?
L’ho ereditata dai miei genitori. Avevano la cultura del ristorante “particolare” e collezionavano tutti i biglietti da visita in un raccoglitore ad anelli, divisi per città. Ogni weekend aprivamo il librone e sceglievamo dove andare a mangiare. Era una sorta di blog ante litteram! Crescendo, ho arricchito questo interesse con le mie altre passioni, come la fotografia. Essendo architetto, ho un gusto particolare per gli spazi e le composizioni ricercate. Cerco di raccontare non tanto il cibo in sé, ma tutto quello che c’è intorno, come la preparazione, la storia del locale e quella di chi ci lavora. Sono affascinato dal cibo come cultura.
Sei nel giro da alcuni anni. Come è cambiato il rapporto tra i social network e il settore della ristorazione e che tipo di esigenze mediatiche manifestano i locali del riminese?
Oggi, per tutte le realtà del settore, è imprescindibile avere almeno un canale social. Mi sembra però che ci si stia allontanando da immagini patinate e si prediliga sempre più spesso un racconto autentico dell’esperienza al ristorante. I locali del nostro territorio hanno subito un duro colpo dalla crisi pandemica per il declino dell’afflusso di turisti stranieri. Molti hanno dovuto reinventarsi. Ad esempio, nell’estate del 2020 un ristorante mi aveva contatto per curare una campagna d’immagine che lo rendesse appetibile per i riminesi doc. Siamo partiti da un’analisi identitaria per far conoscere quei “ragazzacci” al di fuori delle solite cerchie di clienti. Ne è uscita un’immagine un po’ da vitelloni, ma almeno oggi le loro pagine social corrispondono a quello che sono.
Parliamo della tradizione gastronomica di Rimini. Cosa ha di speciale il nostro territorio?
La tradizione romagnola è caratterizzata da ricette semplici e senza troppe pretese. Il nostro territorio offre molto ai cultori della buona cucina come me: il mare e le colline a due passi da casa, il buon pescato e le numerose aziende agricole. La sfida sta nel ricercare i prodotti di miglior qualità e nel raccontarli in maniera inedita.
Quale è stata la collaborazione che ti ha reso più orgoglioso?
Ho lavorato con brand molto noti, ma le collaborazioni che ho preferito sono state quelle in cui sono riuscito a instaurare un contatto umano, vero.
Questo succede soprattutto con le realtà locali. Dà molta soddisfazione aiutarle a farsi conoscere ed è più facile stabilire un rapporto di lavoro continuativo. Cito un ristorante di Marinacentro che aveva sentito la necessità di reinventarsi completamente. La sfida è stata traghettare la vecchia clientela nella nuova cucina. Dopo alcuni tentativi, abbiamo trovato la formula giusta nei reel di Instagram. Un’altra collaborazione di grande successo è stata con un nuovo agriturismo di Faenza. Si tratta di un ex casolare ristrutturato da una coppia di architetti in pensione. Gli ospiti dormono immersi nel verde e circondati da arredi e mobilio di design – davvero straordinario!
Essendo una rivista gastronomica, ci tocca la domanda di rito: piatto preferito?
Il mio piatto del cuore è un buon risotto autunnale. Mi piace la consistenza, la varietà della preparazione, conoscere la storia del chicco… Stando sul romagnolo, invece, non posso che tendere verso tagliatella al ragù, a patto che sia tirata a mano, molto spessa e accompagnata da un ragù denso e bello pepato.
Prossimamente lancerai un blog, la guida “Con Rigo”. Ce lo vuoi descrivere?
È in cima ai progetti non finiti! Sarà un blog “esperienziale”, una versione scritta del tipo di servizio che offro su Instagram. Vorrei guidare gli utenti verso un modo diverso di vivere la cucina, che non si limiti al cibo in sé, ma comprenda l’ambiente, le persone e la storia di una data località. Purtroppo, o per fortuna sono un perfezionista, il tempo è poco e quindi rimane ancora in costruzione.
DI FRANCESCO LIUZZI