Tornano gli appuntamenti dedicati ai libri della collana Melting Pot, AIEP Editore, per raccontarci società e letterature dei paesi del sud del mondo
Dopo una prima felice edizione che ha visto, nel corso dei cinque appuntamenti, la sala conferenze del Mulino Sapignoli riempirsi completamente, si ripropone al pubblico la rassegna dal titolo “Ai confini”, con l’intento di creare una via, metaforica e letteraria, verso margini sociali e geografici, per riflettere su realtà spesso così estreme da essere a stento vivibili, oltre che difficilmente pensabili da chi ha già trovato un proprio radicamento ed equilibrio sociale.
Non sarà una sorpresa per gli habituès ritrovare la doppia formula del dibattito con relatori specializzati invitati dalla casa editrice e la presentazione di un libro della collana Melting Pot.
Tutti i romanzi proposti appartengono alla collana “Melting Pot” di AIEP Editore. Nata nel 1993, per iniziativa di Eleonora Forlani e Teresa Palazzolo, conta 25 titoli di letteratura africana lusofona e francofona, asiatica e sudamericana, ha l’intento di favorire la conoscenza di società le cui letterature sono spesso ritenute minori. Di fatto, in realtà è proprio questa la scrittura che ci mette in contatto con una ricchezza capace di contaminare la tradizione letteraria europea e generare, finalmente, l’unica vera cultura del nostro tempo.
Il primo appuntamento, oltre a vedere la presenza di relatori che inquadreranno la figura di Sembène Ousmane, uno dei più importanti scrittori e registi del cinema africano e la cultura di cui si fa portavoce, indagherà la fredda realtà della periferia di Dakar disegnata attraverso due suoi racconti che affrontano gli scontri generazionali, familiari e di genere, fra mogli e mariti, padri e figli. Protagonista è la povertà che rende precaria la vita nel contrasto con la ricchezza di una ristretta cerchia di persone. Una compiuta riflessione sulla sopravvivenza dell’Africa dei villaggi, dell’Africa delle periferie e le opportunità di coloro che sfruttano le ricchezze di tutti.
Il secondo appuntamento racconterà l’emarginazione dei nomadi, degli zingari, delle comunità che si muovono dentro e fuori la società, venendone, a volte, violentate, e non solo in senso metaforico, e così profondamente da sviluppare odi incurabili, com’è accaduto alla grande scrittrice Mariella Mehr, scomparsa recentemente.
Il terzo appuntamento ci porterà ad un altro estremo geografico e vivremo il clima della realtà sociale e culturale delle isole di Capo Verde con Germano Almeida, uno dei più grandi autori di lingua portoghese. Il racconto riguarderà la vita nell’arcipelago che è stato uno dei porti d’imbarco del traffico di schiavi e che rappresenta l’ombelico della Melting Pot post coloniale. Con Orlanda Amarillis scopriremo queste isole vulcaniche battute dagli alisei, dove alla fame endemica provocata dalle siccità ricorrenti, la popolazione reagisce con un adattamento ai limiti della sopravvivenza o con l’emigrazione.