“Il palloncino rosso è un’associazione di volontari”
Impegnata in progetti di innovazione sociale e rigenerazione urbana, nel 2018 ha chiesto e ottenuto di poter gestire una porzione della vecchia colonia di Miramare, addormentata sul mare da troppo tempo, spesso usurpata e lasciata andare in rovina.
Da tre anni a questa parte, se a Rimini nomini il Palloncino Rosso la mente vola alla Colonia Bolognese.
Da allora un piccolo esercito di sognatori – tra di noi ci chiamiamo “Palloncini” – mette a disposizione competenze, tempo e buona volontà nel tentativo mai esausto di restituire bellezza a quel luogo con il progetto “Riutilizzarsi Colonia Borghese”. Non a caso proprio la Bolognese è stata scelta dal FAI come candidata tra i luoghi del cuore per l’anno 2020, l’anno più difficile per immaginare l’incontro fisico tra le persone e posti da scoprire e visitare.
Dopo due stagioni estive sorprendenti, dense di appuntamenti a cui la cittadinanza e chi era di passaggio hanno risposto con grande e sempre crescente partecipazione, programmare il nuovo cartellone di #RiutilizzarsiColoniaBolognese2020 era quasi impossibile. Era solo maggio, infatti, quando ci incontravamo in stanze virtuali con le altre realtà del territorio e ci raccontavamo con scenario che non sapevamo se saremmo stati messi nelle condizioni di gestire: distanziamento, eventi annullati ovunque, nuove inimmaginabili norme di sicurezza per prevenire il contagio da Covid.
Poi qualcosa è cambiato e la fase due, pur nella grande responsabilità della sicurezza che dobbiamo garantire a noi e agli altri, si è nutrita di una nuova fiducia, del bello di ritrovarsi, anche senza abbracci, all’ombra della “nostra” colonia. Così è nato il programma dell’estate 2020 alla Bolognese: cinema, visite guidate, teatro, spettacoli per bambini, incontri, yoga, workout femminile, un corso di skate. E quando ci sembrava di aver dato tutto, è arrivata anche la richiesta del Comune di Rimini di ospitare alcuni appuntamenti dell’estate riminese, nell’ambito del programma “E la chiamano Rimini”, in quella bella e malandata colonia di mattoni e palloncini rossi.
Noi ci crediamo da sempre che la colonia abbia un’anima, e ancora di più da quando, col progetto “Storie di Colonia. Racconti d’estate dalla Bolognese” abbiamo raccolto, in una mostra e in una pubblicazione, le storie di chi, avendola vissuta “da dentro”, ha voluto lasciarci, attraverso foto, racconti, memorie, un ricordo della sua infanzia in Colonia. Nella nostra ricerca ci siamo imbattuti insperatamente in un ricordo che Enzo Biagi scrisse in più di un editoriale, in cui racconta di aver visto il mare per la prima volta davanti alla Bolognese, che ai tempi in cui lui la frequentò si chiamava “Decima Legio” (un ricordo che accomuna Biagi a moltissimi bambini che frequentarono la colonia tra gli anni ’30 e ’40). Negli anni tra il 1932 e il 1977, infatti, migliaia di bambini passarono le loro estati alla Bolognese. All’inizio non sapevamo esattamente in quanti ci avrebbero risposto, poi, con sempre maggiore ricchezza di dettagli e aneddoti, sono arrivate le storie. Iniziativa dopo iniziativa, raduno dopo raduno, i “vecchi bambini” di colonia sono tornati anche fisicamente, facendoci assistere a uno degli spettacoli più belli che la colonia abbia mai ospitato: la loro emozione.
#RiutilizzarsiColoniaBolognese2020
Con la nuova mostra sulla Colonia Novarese vogliamo proporre lo stesso lavoro di raccolta di foto e ricordi. Una bimba della Novarese ricorda: “La Colonia era bella, un edificio maestoso, forse la ricordo così bella anche per quello che la memoria mi regala del mio tempo d’infanzia. Mi piace pensare a quella grossa nave che dalla spiaggia dove giocavamo sembrava come un bastimento incagliato nella sabbia, una nave di sogni e di merende, mentre ero una bimba con un un pagliaccetto rosa e tutta una vita davanti”.
Ci si può innamorare di un posto anche per le storie che custodisce, e speriamo che ora, in quelle colonie bellissime, ci sia anche un pezzettino della storia che stiamo provando a scrivere noi.
A cura di Paola Russo